Essere la storia che scrive la storia parlando di storia - Hail of Bullets / III: The Rommel Chronicles




Per tutti coloro i quali vale l 'immagine qua accanto esposta consiglio vivamente di cambiare recensione.
Gli Hail Of Bullets tra gli Asphyx ed altro ci hanno messo per partorire il nuovo album, ben 4 anni, ma con cognizione di causa. Se da una parte la forza del gruppo era la prepotenza del Revival essendo essi stessi il Revival dall'altra già dal secondo cd si era capito che proporre album uno uguale all'altro non ha il ben che minimo senso.
Allora la band ha deciso di fermarsi per riuscire a costruire un sound ancora più personale e distaccato sia dai Bolt Thrower che dagli Asphyx. Accentuando la sezione solista e le armonizzazioni, cercando di captare un certo mood di intendere il riffing death metal, cogliendo alcune peculiari tonalità la band di Van Drunen e soci è riuscita come negli Autopsy del comeback a trovare una formula assolutamente nuova ed inedita che non esisteva prima nelle proprie corde. L'assenza del "sentire novità" in un genere come nel Death Metal senza snaturare il tutto con breakdowns vari è diventa una sorta di ricerca di El Dorardo tra costanti camuffamenti di band meno note o scopiazzamenti nemmeno tanto velati. Ci vuole qualcuno che proponga qualcosa di talmente personale ma profondamente Death da non poter lasciare nessun interlocutore muto, e qui gli HoB hanno STRAVINTO.
Se pensiamo al minuto finale di DAK, all'intro di Pour le Merite ed a tutta Death of a Field Marshal ci accorgiamo di non aver veramente mai sentito niente del genere negli HoB anche se già On Divine Winds cercava di accentuare il lato melodico, su quest'ultimo capitolo viene totalmente enfatizzato ed estremizzato portando ad un nuovo acme la musica del quintetto olandese.

Perfino meglio del brillante debutto e persino di quel Death....The Brutal Way che aveva monopolizzato i miei ascolti per mesi e mesi all'uscita di esso. Più curato, fresco, tecnico, meglio prodotto ed essenzialmente più ispirato. Un album ampiamente confrontabile coi due precedenti date le somiglianze e le influenze ma si rischia di sminuire e non capire la portata di questo nuovo parto.
Tutte le caratteristiche del combo vengono esaltata come in una giusta mescolanza di sapori grazie ad un mastering e missaggio curatissimo e perfetto ad opera del grande maestro Dan Swano oramai titano indiscusso del sound Swedish/Death Metal del nord europa.
Altra carta vincente va data a Van Drunen che riesce a portare non solo una grande partecipazione emotiva ma anche una buona dose di cultura in un genere spesso denigrato ed impuzzolentito da band i cui membri forse hanno la terza media (con rispetto parlando). Vedere tra Gorguts e Hail of Bullets un po' di sana maturità e conoscenza trasposta su di un genere così rude ed elitario è una prelibatezza che veramente pochi possono assaggiare e cogliere a pieno. Uno perchè la gente non legge i testi, due perchè non tutti ascoltano Death Metal.
Quindi, come ogni qual volta Van Drunen mette becco su qualcosa, bisognare stare zitti ed ascoltare, qui c'è la storia del Death Metal che prosegue e scrive le sue pagine nel secondo millennio. Il divario tra loro e tutti è sempre più incolmabile.
Chapeaue!



Year : 2013
Genre : Death Metal
Record Label : Metal Blade
Sounds Like : Asphyx, Bolt Thrower
Reviewed by : Edoardo
Mark : 9.5/10



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