The Modern Age Slavery - REQUIEM FOR US ALL


Year : 2013
Genre : Deathcore/Death Metal
Record Label : Pavement Entertainment
Sounds Like : Suffocation (New era), Whitechapel (This is Exile), Despised Icon
Reviewed by : Edoardo
Sentence : Masters of Italian Deathcore are come back!

Dubbi?
La macchina d'assalto chiamata The Modern Age Slavery ha taciuto per troppo tempo, per troppo tempo si era perso il nome nei meandri delle uscite italiane, quasi mitologica è diventata una loro secondo uscita.
Però è qua, c'è, esiste. Requiem For Us All è la consacrazione di una delle maggiori forze europee nel genere, grazie ad una promozione affidata alla Pavement ora si spera che il nome si diffonda come un Virus perchè già dal primo cd essi meritavano ben più larghi riconoscimenti.
Questo nuovo Requiem For Us All è tutto quello che un fan vorrebbe sentire, ancora più tecnico e brutale, meno spezzettato da stacchi e orpelli tecnici, più dritto e claustrofobico. Non mancano i Breakdown massicci in stile Whitechapel/Oceano e non manca in essi l'inventiva con qualche tocco più Despised Icon.
La tracklist inutile dirlo è folta di momenti caparbi e voluminosi, The Silent Death of Cain assume forme anche evocative con l'uso di Synth che spiazza e colpisce ma che nel contesto non stona. Opiate for The Masses (che non è una cover dei Dying Fetus) al contrario sembra venire direttamente da Ills of the Modern Man, un vero concentrato proteico di Despised Icon e mattanza senza pietà con un retrogusto thrashy.
L'episodio più riuscito secondo me è Ivory Cage non solo per un Choruos essenziale ma penetrante ma per un atteggiamento catchy ma disarmante allo stesso tempo, se in una prima parte la canzone poteva sembrare un classico mid tempo terzinato fino alla morte dalla seconda metà diventa tenebroso e plumbeo, amornizzazioni acide e massivo uso di blast beat condiscono l'acme emotivo della canzone che poi cade in un'outro-stacco ben realizzata.
Impossibile non citare per concludere la voce di Giovanni Berselli, vero punto di riferimento della band per il fattore personalità. Ancora una volta si dimostra uno dei migliori interpreti del genere, a conferma del fatto che tutti possono essere buoni a usare growl e scream ma solo pochi gli riescono a dare una impostazione personale.
Note di demerito? A mio modo di vedere il primo cd era un po' più personale e caparbio, meno attaccato a certi nomi e aveva un paio di scale armoniche che facendole proprie erano diventate un vero punto di distacco rispetto altri gruppi contemporanei. La produzione se pur inizialmente mi sembrava penalizzare un po' le chitarre alla fine l'ho rivalutata e posso dire tranquillamente che sia più limpida e brillante rispetto a Damned to Blindness.
Un lavoro tosto e muscolare ma che non lascia da parte il cervello, non fateci aspettare altri 5 anni, per favore.
Ps : l'interpretazione di Arise è da "instant cum"


Mark : 8/10




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